Nuove sostanze, vecchi problemi
GORE TEX e TEFLON, vi dico nulla?
Scarpe, abbigliamento impermeabile, padelle antiaderenti e tanti tanti altri prodotti utilizzati inconsapevolmente per anni. Poi scoppia il caso di uno dei più grandi inquinamenti di falde acquifere del mondo e tutti noi impariamo cosa siano i PFAS. Messi al bando per ovvie ragioni, l’industria non poteva di certo modificare le catene produttive e un sostituto doveva rimpiazzare il nocivo PFAS.
L’emergenza PFAS è esplosa nel nord est italiano nel 2013 in seguito ad analisi del CNR che aveva messo in evidenza forti contaminazioni delle falde tra le province di Verona, Vicenza e Padova. Si parla di circa 350 mila persone a rischio contagio e conseguenti gravi ripercussioni per il loro sistema riproduttivo e ormonale.
I PFAS sono sostanze perfluoroalchiliche costituite da una catena alchilica idrofobica fluorurata, ovvero acidi usati in forma liquida con una struttura che li rende resistenti ai processi di degradazione: tra questi il più utilizzato è l’acido perfluorottanoico (PFOA).
Vista la pericolosità dei PFOA, ad entrare nella catena produttiva è stato il “C604″ nuovo tensioattivo ed emulsionante che a detta dell’industria interessata all’uso, è innocuo e non ha controindicazioni per ambiente ed esseri umani.
Il gruppo di ricerca allargato, composto da personale dei Dipartimenti di biologia, di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione, e di Biomedicina comparata e Scienza dell’Alimentazione dell’Università di Padova, con personale dell’Istituto di Ricerca IRSA-CNR, hanno esaminato la concentrazione del C604 nelle acque della laguna di Venezia per evidenziarne gli effetti sulla vongola verace.
Ebbene, dai primi risultati sembrerebbe che il “C604” proprio innocuo non sia, evidenziandosi già effetti sui parametri cellulari e biochimici dei molluschi analizzati.
Non ci resta che lasciarvi alla lettura, augurandoci che le indagini sulla dannosità di queste nuove sostanze continui dando evidenze in breve tempo per salvaguardare l’ambiente e tutti coloro che ci vivono.